giovedì 30 aprile 2009

Comunicato stampa - 3



A POMPEI LA RETE PER IL DIRITTO ALL’IDENTITÁ
Il Comune si attiva per l’istituzione dell’ufficio per ritrovare i bambini dei desaparecidos argentini rapiti dal regime militare.

A Pompei una sede della «Rete per l’Identità» (Red) per ritrovare i figli dei desaparecidos, nati in Argentina tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80. Al progetto sta lavorando l’assessorato alla cultura del comune mariano, coordinato da Antonio Ebreo, in collaborazione con l’associazione socioculturale italo/argentina (Ascia) che ha sede a Castellammare di Stabia. L’iniziativa è stata presentata lunedì 27 aprile nel corso dell’incontro «Memoria y Desaparecidos» durante cui si è discusso dei crimini commessi negli anni della terribile dittatura che ha caratterizzato circa trenta anni fa la storia dell’Argentina. Alla manifestazione è intervenuto Horacio Pietragalla Corti, che venne strappato, poco dopo la sua nascita, dai suoi genitori naturali, mentre venivano torturati dai militari, per avere come unica colpa, quella di essere degli oppositori del regime dittatoriale. Quest’ultimo ricordando la sua vicenda ha sottolineato: «I miei dubbi sulla famiglia che mi ha cresciuto – spiega il giovane argentino – sono nati quando vedevo il loro comportamento diverso nel periodo imminente al mio compleanno ed a quello di mia sorella. Per quest’ultima mia madre raccontava tutti i momenti del parto e della nascita, ma per me invece questi ricordi non c’erano. Da qui è partito un primo dubbio. Poi la mia ragazza navigando sul sito internet dell’associazione delle Nonne di Plaza de Mayo, ha visto una donna, la mia vera mamma, che mi teneva in braccio e mi ha detto che quella donna era uguale a me. Da qui, contattando poi l’associazione, sono riuscito a conoscere la mia vera identità, e sono anche riuscito a recuperare anche i resti dei miei genitori biologici». Riferendosi al progetto della Rete per l’Identità, Pietragalla Corti ha evidenziato: «chiunque, giovane nato in Argentina, pensi di aver dei dubbi sulla propria identità, oppure creda di non essere figlio biologico dei propri genitori, può rivolgersi alla Red, anche attraverso una semplice e–mail all’indirizzo dubbio@retexi.it, oppure dudas@retexi.it, per avere notizie circa la sua nascita o i primi anni della sua infanzia». Rispondendo poi alle domande del pubblico, il giovane argentino ha spiegato il rapporto attuale con quella che credeva la sua famiglia, dicendo: «Non è possibile avere più un legame con queste persone. Loro mi hanno in pratica defraudato per tanti anni, addirittura facendomi battezzare da un militare del regime, che era un vicino di casa delle persone con le quali sono cresciuto». Pietragalla ha altresì commentato la polemica creatasi in Italia, scaturita da un frase dell’attuale Presidente del Consiglio dei Ministri, affermando: «Un capo di governo, non puo' pensare (e dire) cose del genere. Comunque non mi importa di ciò che dice il premier italiano. La cosa più forte (e brutta) è stata la reazione dei presenti, quando il premier ha detto quella cosa: tutti hanno riso. Quindi è stata una battuta (infelice), oltre a cinica e violenta, su un evento che ha drammaticamente colpito un popolo intero e che è andata a toccare una ferita sempre aperta, di migliaia di persone che hanno perso figli e nipoti a causa della crudeltà di quanti non hanno alcun rispetto della vita e delle sofferenze umane». La vicenda storica dei desaparecidos e dei loro figli, dalla cattura al processo e condanna ai torturatori, è stata ricordata a Pompei, con la proiezione di un filmato, trasmesso di recente anche nel noto programma televisivo «Chi l’ha visto?», in onda su Rai 3. La visione delle immagini ha coinvolto il folto pubblico presente all’iniziativa, generando la commozione dei tanti partecipanti. I loro sentimenti sono stati ben evidenziati da Claudio D’Alessio sindaco di Pompei, che aprendo il dibattito successivo alla proiezione ha affermato: «È impossibile restare indifferenti a queste immagini, che rappresentano una pagina triste e drammatica della storia dell’Argentina. Dispiace – ha aggiunto il sindaco – aver scoperto che molti dei militari e dei torturatori dei desaparecidos, abbiano origini italiane, ben dimostrate dai loro cognomi. Ad Horacio, qui presente, ma a tutti gli scomparsi ed i loro parenti, a nome dei cittadini di Pompei, ma forse sarebbe il caso di dire di tutti gli italiani, mi sento quindi di chiedere scusa, per questo criminoso contributo dato da nostri connazionali, o loro discendenti, alla dittatura militare ed al suoi metodi». Ringraziamenti all’amministrazione comunale per la promozione della tavola rotonda sono giunti da Carlos Bustamante, presidente Ascia, che ha affermato: «Siamo soddisfatti dell’adesione della Città di Pompei, alle nostre iniziative per ricordare una triste pagina della storia del nostro paese d’origine. Per questo ci impegneremo per realizzare anche su questo territorio un ufficio, una cellula delle «Rete per l’Identità» che possa aiutare altri giovani argentini, probabili figli o nipoti di desaparecidos». L’obiettivo di creare una sede di questo tipo a Pompei, è stata anche ribadita da Ebreo, che ha spiegato: «Questo progetto si sposa con i valori di pace e solidarietà, emanati dalla nostra città, da sempre vicina alle popolazioni colpite da tragiche vicende, come quella argentina». L’assessore ha poi evidenziato l’assenza nel pubblico delle rappresentanze scolastiche esistenti sul territorio di Pompei affermando: «Il mio unico rammarico è la mancanza a questo incontro delle scuole della nostra città, che sono state tutte regolarmente invitate. Nonostante ciò ringrazio i tanti giovani, qui presenti. Questi ultimi nonostante la carenza scolastica, hanno partecipato, dimostrando l’attenzione verso una grave problematica, che riguarda da vicino l’Italia e il Sud, alla luce del forte rapporto esistente da sempre tra popolo italiano ed argentino». I legami e le analogie tra le due popolazioni, sono state ricordate da Marina Mantecòn Fumadò, funzionaria del settore affari politici e diritti umani dell’ambasciata argentina in Italia, che ha spiegato: «La nostra ambasciata è da sempre impegnati in progetti tesi ad evidenziare il rapporto esistente tra l’Argentina e l’Italia. Questo incontro si inquadra proprio nell’ottica di sviluppare in maniera ulteriore il legame storico, culturale e sociale, tra due Nazioni, davvero molto simili». La conclusione dell’iniziativa sarà affidata all’esibizione teatrale dal titolo “Argentina Hijos tour” scritto e interpretato da Roberto Solofria e Antimo Navarra, con le musiche di Gotan Project, curato dal Gruppo Teatro Mutamenti di San Leucio, la voce di Ilaria Delli Paoli, e l’audio di Alina Lombardi.

Per informazioni
Associazione Socio Culturale Italo/Argentina (Ascia)
Ufficio Stampa
Ing. G. Antonio Morese
cell. 388/11.68.351
e – mail: antoniomorese@tiscali.it

Dr. Basilio Puoti
cell. 328/56.84.789 – 320.29.54.636
e – mail: basilio.puoti0@alice.it

sabato 25 aprile 2009

Comunicato stampa - 2



UN “DESAPARECIDO” ARGENTINO A POMPEI

Lunedì 27 aprile Horacio Pietragalla Corti presenta la “Rete per il Diritto all'Identità”

Pompei. Una “Rete per il Diritto all'Identità” a Roma e Milano, presso l'ambasciata Argentina. A lanciare l’idea sarà Horacio Pietragalla Corti, figlio di una coppia di desaparecidos, ritrovato dopo anni di ricerche, dalla nonna, che fa parte del movimento delle madri di Plaza de Mayo, nato per denunciare la scomparsa di decine di migliaia di persone, durante la dittatura militare argentina (1976-1983). Lunedì 27 aprile, dalle ore 19, il “desaparecido” argentino parteciperà alla tavola rotonda, dal titolo “Memoria y Desaparecidos”, promossa dall’Assessorato comunale alla cultura di Pompei, in collaborazione con l’Associazione socioculturale Italo - Argentina (Ascia), e con il patrocinio dell’Ambasciata Argentina in Italia. All’incontro, in programma presso il centro “Pompei Life” di via Duca D’Aosta 15, è prevista la partecipazione del sindaco di Pompei Claudio D’Alessio, dell’assessore comunale alla cultura Antonio Ebreo, del presidente di Ascia Carlos Omar Bustamante e di Marina Mantecòn Fumadò, funzionario del settore affari politici e diritti umani dell’Ambasciata Argentina in Italia. L’evento si concluderà con l’esibizione teatrale, dal titolo “Argentina Hijos tour”, scritta e interpretata da Roberto Solofria e Antimo Navarra, con le musiche di Gotan Project, curate dal Gruppo Teatro Mutamenti di San Leucio.
La "Red por el derecho a la Identidad", promossa in Argentina nel 2003 dalle “Abuelas de Plaza de Mayo” e dalla Conadi (“Commissione nazionale per il diritto all’identità” nata nel 1992) è presente anche in Spagna. L'obiettivo della "Rete" è quello di collaborare con le "Nonne" e con la Conadi nella ricerca dei giovani desaparecidos che vivono oggi, anche in Italia, sotto falsa identità. L'apertura della “Rete per il Diritto all'Identità” a Roma e Milano, presso l'ambasciata dell'Argentina, è stata presentata da Estela de Carlotto, presidentessa delle Nonne di “Plaza de Mayo” e da Horacio Pietragalla Corti durante la puntata di “Chi l’ha visto?” (su Rai3) di mercoledì 22 aprile, condotta dalla giornalista Federica Sciarelli. La Rete servirà a fornire assistenza e informazioni a quei ragazzi argentini, tra i 25 e i 32 anni, che sospettano di essere stati vittima di rapimenti. Il nuovo ufficio sarà gestito dall’Ambasciata argentina e il suo compito sarà quello di sostenere i ragazzi che lo contatteranno all'indirizzo www.retexi.it. Due psicologi assisteranno i ragazzi dal momento dell'avvio delle pratiche fino all'eventuale esame del Dna, previsto in Consolato. Contemporaneamente, l'associazione 'Abuelas de Plaza de Mayo' ha fatto sapere di voler continuare la ricerca di desaparecidos in Italia. Per ora sono quattro i desaparecidos individuati: Enzo Lauroni di Veroli, Egidio Battistiol di Frascati, Franco Venturi e Enrico Pankonin di Roma.

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Per informazioni:
Associazione Socio Culturale Italo/Argentina (Ascia)
Ufficio Stampa –
Dr. Basilio Puoti
cell. 328/56.84.789 – 320.29.54.636
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mercoledì 22 aprile 2009

Comunicato Stampa

A POMPEI TAVOLA ROTONDA SUI DESAPARECIDOS
Lunedì 27 aprile la testimonianza di uno dei figli degli scomparsi argentini

Scomparsi nel nulla. Gettati nell’oceano da elicotteri ed aerei. Torturati mentre a pochi metri di distanza, la popolazione festeggiava la vittoria dei Mondiali di Calcio. Così ed attraverso tanti altri modi alla fine degli anni ’70 del secolo scorso, sono sparite, in Argentina, decine di migliaia di persone. Una pagina della storia della nazione sudamericana, che sarà rievocata lunedì 27 aprile, a Pompei nella tavola rotonda, dal titolo “Memoria y Desaparecidos” promossa dall’assessorato comunale alla cultura della città mariana, in collaborazione con l’Associazione socio-culturale Italo – Argentina (Ascia), e con il patrocinio dell’Ambasciata Argentina in Italia. All’incontro, in programma a partire dalle ore 19, presso il centro “Pompei Life” in via Duca D’Aosta, è prevista la partecipazione di Horacio Pietragalla Corti, figlio di una coppia di desaparecidos, ritrovato dopo anni di ricerche, dalla nonna, che apparteneva al movimento delle madri di Plaza de Mayo, creatosi proprio per denunciare la scomparsa di decine di migliaia di persone, durante la dittatura militare argentina. L’evento, che sarà aperto dai saluti dei rappresentanti istituzionali della Città di Pompei, il sindaco Claudio D’Alessio e l’assessore alla cultura Antonio Ebreo, verrà caratterizzato dagli interventi di Carlos Omar Bustamante, presidente Ascia, e da Marina Mantecòn Fumadò, funzionaria del settore affari politici e diritti umani dell’ambasciata argentina in Italia. La conclusione dell’iniziativa sarà affidata all’esibizione teatrale dal titolo “Argentina Hijos tour” scritto e interpretato da Roberto Solofria e Antimo Navarra, con le musiche di Gotan Project, curato dal Gruppo Teatro Mutamenti di San Leucio.
«Questo incontro – spiega l’assessore Antonio Ebreo – si inquadra nell’ottica delle altre iniziative, riguardanti la tutela dei diritti umani, promosse nel corso di questi anni dall’amministrazione comunale, per confermare quella vocazione di Città della Pace e della Solidarietà che caratterizza Pompei, sin dalla sua fondazione. La vicenda dei desaparecidos – prosegue Ebreo – fa parte di una delle tante tragedie dimenticate in cui sono stati coinvolti anche italiani. Ricordare serve ad evitare che si possano ripetere tragedie come queste». L’importanza di non dimenticare una vicenda, che coinvolge anche l’Italia, considerato il suo continuo flusso migratorio da e verso l’Argentina, viene ribadita da Carlos Bustamante. «“Memoria y Desaparecidos” – afferma il presidente dell’Ascia– è l’occasione per discutere di una pagina di storia dell’Argentina, ancora poco conosciuta, soprattutto dai più giovani, che quindi possono apprendere, ascoltando una testimonianza diretta, una delle vicende più tristi della storia dell’umanità».

Per informazioni
Associazione Socio Culturale Italo/Argentina (Ascia)
Ufficio Stampa:
Ing. G. Antonio Morese
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martedì 14 aprile 2009

domenica 12 aprile 2009

MEMORIA Y DESAPARECIDOS

Lunedì 27 aprile 2009, ore 18:00

Pompei Life

Via Duca d’Aosta, 15
80045 Pompei

Interverranno all'incontro:

Sindaco di Pompei
Dott. Claudio D’Alessio

Assessore alla Cultura
Dott. Antonio Ebreo

Associazione Socio Culturale Italo Argentina
Dott. Carlos Omar Bustamante

Ambasciata Argentina in Italia
Dott.ssa Marina Mantecón Fumadó
Affari Politici

Ospite/Nipote ritrovato
Horacio Pietragalla Corti
Parla per la prima volta, a Pompei, un figlio di «desaparecidos» sottratto ai genitori dai militari durante la dittatura argentina degli anni ‘70, ritrovato dalle Nonne di Plaza de Mayo

Gruppo teatro Mutamenti di San Leucio (CE)
Presenta “Argentina Hijos Tour”
Scritto e interpretato da Roberto Solofria e Antimo Navarra
Diretto da Roberto Solofria
Musiche Gotan Project

Il 24 marzo del 1976 le Forze Armate rovesciarono il governo costituzionale nella Repubblica Argentina attraverso un colpo di stato. La sparizione, forma predominante attraverso la quale venne esercitata la repressione politica, colpì 30.000 persone di tutte le età e condizione sociale che furono sottomesse alla privazione della propria libertà e alla tortura, e tra loro centinaia di bambini sequestrati con i propri genitori o nati nei centri clandestini di detenzione dove vennero condotte le giovani in stato interessante.
La quantità di sequestri di bambini e giovani in stato interessante, il funzionamento di centri di maternità clandestini (Campo de Mayo, Escuela de Mecanica de la Armada, Pozo de Banfield, etc. Etc.), l'esistenza di liste di famiglie di militari in "attesa" di una nascita all'interno di questi centri clandestini e le dichiarazioni degli stessi militari dimostrano l'esistenza di un piano predeterminato, non solo fondato sul sequestro di adulti, ma anche sull'appropriazione indebita di bambini.
Sono circa 500 i bambini nati nei campi di concentramento, strappati alle madri - uccise subito dopo il parto - e dati in adozione a famiglie complici dei torturatori. Grazie alla ricerca delle Nonne, oggi i figli degli scomparsi riprendono un’eredità che gli appartiene.

Quando Horacito è nato, suo padre era già scomparso, sua madre, Liliana Corti, è stata uccisa dai militari argentini in uno scontro a fuoco dove l’unico superstite è stato lui, che aveva solo 5 mesi.
Se la storia dei desaparecidos è una storia di assenze, di vuoti, di tombe senza nome e di una incommensurabile sofferenza, la storia dei loro figli segue un percorso diverso. Dopo lunghi anni di attese, di ricerche di ogni tipo, alcuni ragazzi recuperano la loro vera identità, ritrovano un passato e riscrivono la storia. In Argentina si è detto che mancava un’intera generazione. La dittatura militare (1976-83) ha fatto scomparire migliaia di persone, molti erano stati uccisi, altri erano riusciti a scappare e si erano dispersi per il mondo.

Se analizan una "decena de casos autóctonos" de dengue en la Provincia

El ministro de Salud bonaerense, Claudio Zin, aseguró hoy que se "sospecha que hay una decena de casos autóctonos" de dengue en la provincia y garantizó que el sistema sanitario "está preparado", para afrontar la situación. Según los últimos datos arrojados, ya son 52 los casos positivos en la Ciudad, de los que se sospecha que doce serían autóctonos y que están siendo analizados.Sin embargo, una fuente cercana al ministro de Salud porteño, Jorge Lemus, le explicó a Clarín.com que el funcionario "no prestará declaraciones hasta que no se tengan los resultados definitivos de Pergamino", ya que -según explicó-, "todas las personas que padecen los síntomas son consideradas como afectadas hasta que no se demuestre lo contrario". "No queremos alarmar a la gente y generar una psicosis social sin pruebas fehacientes", sostuvo el vocero del ministro.Por su parte, Claudio Zin, destacó en declaraciones a radio Mitre que "todo está listo" para atender la demanda por los casos de dengue y opinó que "era inevitable que la enfermedad llegara". "De hecho, el año pasado hemos tenido casos de dengue importados en la Provincia de Buenos Aires, provenientes del sur de Brasil, de Bolivia y del Paraguay", puntualizó.A pesar de ello, destacó que "Formosa tiene una cantidad muy pequeña de casos, al igual que Misiones, al ser provincias fronterizas". Además, consideró que si se confirma la aparición de casos autóctonos de dengue "no cambia la estrategia de prevención, pero hay que poner mucho más énfasis en las campañas, porque la posibilidad de que alguien padezca la enfermedad es mucho mayor".
INFORMACION SOBRE EL DENGUEESTA INFORMACION FUE ENVIADA POR EL:
Dr. Severo Rennis.
Matricula Nacional Nº 52972
Medico del Hospital 4 de junio, Presidencia Roque Saenz Peña, Chaco
CREEMOS OPORTUNA COMUNICARLA
YA QUE ES UN TEMA, EN ALGUNOS CASOS, DE VIDA O MUERTE.
PRESTEN UNOS MINUTOS DE ATENCION "PIERDAN"
UNOS MINUTOS
AUNQUE PAREZCA... EL MUNDO NO VA A NINGUN LADO
Guía para Prevenir el Contagio de Dengue
Primero :
Mantenga la Calma .
Segundo :
Ponga su mejor disponibilidad e inteligencia para leer y poner en práctica estas indicaciones.
Tercero :
Acepte rápidamente que esto lo resuelve usted, su familia, la comunidad, el pueblo, ORGANIZANDOSE. No se queden esperando a las autoridades sanitarias, ni las fumigaciones de la municipalidad de su zona.
Cuarto :
Informe a vecinos y miembros de su comunidad o pueblo en general, por todas las vias posibles, por todos los medios que estén a su alcance y haciendo esta información comprensible a todas las personas.
Haga copias de este texto, déselo a otras personas, péguelo en lugares públicos, hable con todas las personas que conozca.
TRANSMITA a quienes tienen pocos recursos educativos TODA ESTA INFORMACIÓN, asegúrese que la comprende, ayúdelo a ponerlo en práctica para todo el grupo familiar.
Quinto:
Ponga en alerta a todas las organizaciones sociales que conozca o en las que participe. Sindicatos, iglesias, escuelas, clubes, organizaciones sociales, bares donde se reúne con amigos, almacen del pueblo, todos los lugares donde se junta la gente en su pueblo o ciudad.
Explíqueles que ELLOS pueden evitar la propagación de esta epidemia si se organizan en un frente comun contra el mosquito.
Informe a toda persona conocida por usted :
El mosquito vive en el agua clara , que parece limpia y se junta en las gomas, los tachos, los algibes, cacharros, chapas acanaladas que juntan agua , tanques de agua sin tapa, floreros (recordar el cementerio, los desarmaderos de coches, las gomerias, los fondos de las casas).
El agua acumulada en las lonas de los camiones transporta el mosquito y la larva de una zona con epidemia a otra que aún no la tiene.
En las aguas turbias, marrones u oscuras NO vive el mosquito (cañadas, zanjas, represas)
El mosquito que transmite el dengue, pica de dia solamente. Pueden usted y los suyosdescansar tranquilo para volver a la lucha durante el día siguiente.
Matando al mosquito se acaba el contagio de la enfermedad.
LA PELEA ES CONTRA EL MOSQUITO
El Dengue no se transmite de persona a persona.
La transmisión es persona infectada ---- mosquito que la pica ---- mosquito pica a otra persona
no hay que esperar a que vengan de la municipalidad a fumigar : NO sirve para nada, Nunca llegan a tiempo. En general ni llegan.
los tanques que no tienen tapa ( muchisimos) : se pueden poner un plastico que tape la boca y un hilo o soga atado alrededor.
los algibes y tanques de agua potable abiertos (los de 200 litros que usan en los barrios donde no hay agua corriente) se pueden tapar con plastico atado alrededor con soga o hilo.
LOS SINTOMAS DE LA ENFERMEDAD SON una gripe muy fuerte, la peor que hayan tenido, con mucho dolor de huesos. Dura de 5 a 9 dias. Si una persona se vuelve a infectar, la enfermedad es más grave cada vez que la vuelve a tener.
Cuidar especialmente a :
Las embarazadas, a las que provoca parto prematuro. NO PRODUCE aborto ni malformaciones al bebé.
A los ancianos, porque muchos tienen diabetes, insuficiencia cardiaca y otras cosas que los hace mas débiles a una fiebre tan alta.
A los bebes hasta tres años porque se deshidratan mucho mas facilmente que los niños mas grandecitos.
Portadores de HIV-Sida porque tienen menos defensas.
Los que tienen insuficiencia renal y estan en hemodialisis, porque tienen menos defensas.
Los que toman antinflamatorios por ejemplo reumaticos , o usen corticoides por (ejemplo asmaticos) tienen menos defensas que los demas. Estos pacientes a veces, por sus enfermedades o los medicamentos que toman, no tienen fiebres altas al principio y se detecta muy tarde su contagio de Dengue.
USO DE REPELENTES :
si la economia lo permite el repelente debe usarse de día, cada 2-3 hs y en la dosis minima. No exagerar con esto porque es una piretrina y es toxica.
Los bebés menores de dos meses NO PUEDEN UTILIZAR REPELENTE, buscar una tela de tul y dejarlos debajo de él.
Se puede usar jugo de limon como repelente.
Si se puede, dentro de la casa usar piretrinas (Ej Kaotrina) diluidas en agua y pasar el lampazo una o dos veces por dia, eso ahuyenta moscas y mosquitos y no es toxico para humanos y animales.
Los perros gatos, etc, NO TRANSMITEN LA ENFERMEDAD..

lunedì 6 aprile 2009

Solidarietà e cordoglio per le vittime del terremoto in Abruzzo

Un profondo senso di dolore occupa il nostro animo per questa tragedia che ha colpito l’Abruzzo. In queste ore di tanto sofferenza ci è di conforto la solidarietà che unisce questo paese, che in queste situazioni emerge con vigore.

Vi siamo vicini nel dolore.

La Asociación está dispuesta a comunicarse con sus familiares en su país, de idioma castellano, puede llamar al número de celular 333.9181966 o enviar un e-mail a asciargentina@libero.it, que la Asociación está dispuesta a contactarlos con sus familiares en su país de origen.

A Napoli va in ospedale a partorire e viene denunciata come clandestina

Ha partorito all'ospedale Fatebenefratelli di Napoli lo scorso 5 marzo, ma quel giorno per un'ivoriana di 25 anni e' iniziato un calvario, perche' i medici hanno fatto partire un fax alla polizia denunciando la clandestinita' della donna, come previsto dalla norma del pacchetto sicurezza che ha sollevato forti polemiche e non e' ancora stata approvata dal Parlamento. La protagonista della storia, raccontata oggi da Repubblica, si chiama Kante ed e' in Italia da due anni, da quando un commando di uomini delle "milizie governative" della Costa d'Avorio hanno ucciso suo marito. Al suo arrivo ha chiesto lo status di rifugiata politico che non ha ancora ottenuto.
"Il giorno del parto - racconta la donna - in ospedale mi hanno chiesto i documenti ma non e' bastata la fotocopia del passaporto e la richiesta di soggiorno ormai scaduta e cosi' per oltre dieci giorni mi hanno tenuta separata dal mio bambino".
Il piccolo Abou non e' stato quindi allattato dalla madre ed e' stato dimesso con lei solo quando all'undicesimo giorno la questura di Napoli ha confermato l'identita' della donna che vive nel quartiere napoletano di Pianura. I medici del Fatebenefratelli: non abbiamo denunciato nessuno. E c'e' una precisazione da parte della direzione sanitaria dell'ospedale napoletano che sostiene: non abbiamo mai denunciato nessun clandestino. Dopo il parto era necessaria una dichiarazione di nascita ma la donna non aveva i documenti validi. Noi, concludono i medici del Fatebenfratelli, abbiamo quindi chiesto alla polizia l'identificazione, non l'abbiamo denunciata.

sabato 4 aprile 2009

Ministero della Salute Argentina: 5.830 casi di Dengue nel Paese

Solo tre i pazienti con la variante emorragica

Buenos Aires, 4 apr. (Ap) - Il ministero della Salute dell'Argentina ha fatto sapere che i contagiati dalla febbre Dengue, causata da una zanzara, sono 5.830 nel Paese.
In particolare, le zone a maggiore diffusione della malattia sono a Nord, al confine con la Bolivia e il Paraguay. Sono soltanto tre i pazienti con la variante emorragica della patologia, che potrebbe essere letale.
Si tratta della più vasta epidemia di Dengue nel Paese dopo quella 1997. Nella vicina Bolivia si sono registrati 51mila casi.

mercoledì 1 aprile 2009

Argentina in lutto: è morto Raúl Ricardo Alfonsin

BUENOS AIRES - È morto a Buenos Aires l'ex presidente argentino Raúl Ricardo Alfonsin. Lo hanno reso noto i suoi familiari. Alla guida dei radicali, Alfonsin era stato nel 1983 il primo presidente eletto nelle urne dopo la fine dell'ultima dittatura militare in Argentina, avviando la transizione del paese dall'autoritarismo alla democrazia e il pluralismo. Bandiere a mezz'asta in Argentina, dopo la morte dell'ex capo di Stato Raul Alfonsin: il Governo della presidente Cristina Fernandez de Kirchner ha infatti annunciato che sta preparando un decreto che prevede tre giorni di lutto nazionale. A renderlo noto è stato il vicepresidente Julio Cobos, visto che la Fernandez si trova a Londra per partecipare domani al vertice del G20. Subito dopo l'annuncio della morte di Alfonsin, dato dai familiari e dal suo medico, Alberto Sadler, centinaia di persone si sono radunate sotto l'abitazione dell'ex presidente, in una delle avenidas del centro di Buenos Aires. Molti dei presenti portano candele bianche e cantano l'inno nazionale.
Membro della Unión Cívica Radical, schierato su posizioni socialiste, venne eletto per la prima volta deputato nel 1958, vincendo nella circoscrizione provinciale di Buenos Aires. Nel 1973 venne candidato dal movimento radicale alla presidenza dell'Argentina, ma nelle consultazioni politiche fu sconfitto da Ricardo Balbín.
Dopo il fallimento della giunta militare del Proceso de Reorganización Nacional (che lo aveva costretto al silenzio) e soprattutto la disastrosa guerra delle Falkland Alfonsin si ricandidò come presidente, e fu eletto nell'ottobre del 1983.
Durante il suo governo, uno dei più duraturi della storie dell'Argentina recente, molti membri influenti del precedente regime militare vennero arrestati per violazione dei diritti umani. Alfonsin attuò una politica laburista tentando di non surriscaldare troppo il clima sociale che il suo paese attraversava in quel momento.
Nel 1984 firmò un trattato di amicizia e collaborazione con il presidente del Cile Augusto Pinochet, che permise all'Argentina di avere un alleato in più nel suo tentativo di costruzione del Mercosur.
Nel 1989, tuttavia, ci fu una grave crisi economica dovuta soprattutto all'aumento vertiginoso dell'inflazione, che raggiunse e superò il 200%. In varie città (in particolar modo Rosario), scoppiarono vari moti di protesta che lo costrinsero alle dimissioni. Nello stesso uscì trionfante della elezioni politiche un peronista, Carlos Saúl Menem.
Candidato dal cartello dei progressisti nel 1995, fu nuovamente sconfitto da Menem. Si ritirò quindi dalla vita politica, pur rimanendo una figura prestigiosa della sinistra latino-americana.